“La morte di Luigi e Aurelio Luciani è una ferita aperta per la provincia di Foggia. Abbiamo il dovere di non dimenticare questi due fratelli, uccisi dalla mafia perché testimoni scomodi di un duplice omicidio. La loro unica colpa è stata quella di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato mentre erano a lavoro nei campi come tutte le mattine. Quel 9 agosto del 2017, l’Italia intera ha preso coscienza della mafia foggiana e di quanto potesse essere crudele. Nessuno ha più potuto far finta di niente e minimizzare questo fenomeno, come era successo fino a quel momento. La guerra alla mafia ha cambiato passo e lo Stato ha fatto sentire in maniera forte la sua presenza. Oggi, il nostro pensiero va alle vedove dei fratelli Luciani e ai loro cari, al figlio di Luigi che ha perso il padre quando aveva solo 11 mesi. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di educare alla legalità le giovani generazioni e lavorare a un cambiamento culturale nella società. Ognuno di noi è un tassello importante nella lotta alla mafia, anche nei gesti quotidiani. Come Don Ciotti ci ha spiegato più di una volta, la mafia si alimenta dell’indifferenza. Dobbiamo far capire ai cittadini che non sono soli, far sentire alla gente perbene che lo Stato è più forte. Solo così potremo onorare realmente la memoria dei fratelli Luciani e di tutte le vittime innocenti delle mafie”.
Così l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone, che questa mattina ha preso parte alla cerimonia commemorativa in occasione del sesto anniversario della strage di San Marco in Lamis.