La tensione tra i docenti precari del sistema scolastico italiano è ai massimi livelli, il loro futuro professionale appeso a un filo sempre più sottile. Mentre si avvicina la scadenza per l’ottenimento dell’abilitazione entro giugno, migliaia di insegnanti si trovano di fronte a una realtà cupa e incerta, caratterizzata da speranze disattese e discriminazioni sempre più evidenti.
L’inserimento nella prima fascia delle GPS, da chi ha avuto la possibilità di seguire i primi corsi abilitanti da 30cfu, indipendentemente dal punteggio ottenuto, garantirebbe una precedenza, senza pari, rispetto ai cosiddetti “precari storici”, coloro che rimarrebbero in seconda fascia e che hanno prestato servizio da più di tre anni. Questa prospettiva, se da un lato potrebbe rappresentare una possibilità di stabilità per alcuni, dall’altro potrebbe aggravare ulteriormente la precarietà per coloro che si trovano già in una situazione di vulnerabilità lavorativa, da anni, circa 250000.
L’attuale situazione, se così dovesse continuare, ha portato molti a parlare apertamente di un atto discriminatorio senza precedenti nei confronti dei docenti della scuola italiana. Questo sentimento di ingiustizia e frustrazione è alimentato dalla mancanza di prospettive concrete e dalla percezione di essere trattati in modo disuguale.
È giunto il momento che le istituzioni prendano seriamente in considerazione le preoccupazioni e le necessità dei tutti. È necessario trovare soluzioni che possano garantire stabilità e dignità professionale superando le barriere del precariato e promuovendo un sistema scolastico più equo e inclusivo per tutti.