La mafia non può essere identificata con una specifica ideologia politica, come destra, sinistra o centro. È un fenomeno criminale e sociale che si adatta e si infiltra ovunque trova convenienza, indipendentemente dall’orientamento politico del contesto in cui opera.
È quanto emerso oggi al termine della commemorazione della morte sei fratelli Luigi e Aurelio Luciani a San Marco in Lamis, uccisi a colpi di arma da fuoco dalla Mafia del Gargano. Ed è soprattutto quello che si evince dalla missiva inviata a Giorgia Meloni da Arcangela Petrucci, moglie di Luigi.
La mafia cerca il potere e il controllo economico, sociale e territoriale, e per farlo è disposta a corrompere, intimidire e violare le leggi, infiltrandosi nei meccanismi della politica, dell’economia e della vita quotidiana.
La ragione per cui la politica spesso sembra “non accorgersi” delle infiltrazioni mafiose è complessa e multifattoriale. Può dipendere da vari elementi, tra cui:
- Corruzione e connivenza: Alcuni politici potrebbero essere corrotti o collusi con la mafia, accettando di chiudere un occhio in cambio di favori o sostegno elettorale.
- Paura e intimidazione: La mafia esercita un controllo capillare attraverso la paura, intimidendo chiunque tenti di opporsi al suo potere, inclusi politici e amministratori locali.
- Complesso sistema di infiltrazione: La mafia è abilissima a infiltrarsi nelle strutture pubbliche e private senza dare nell’occhio, sfruttando meccanismi complessi e spesso opachi che rendono difficile identificare la presenza mafiosa.
- Indifferenza o mancanza di volontà politica: In alcune circostanze, la lotta alla mafia non è considerata una priorità politica. Questo può essere dovuto a una mancanza di consapevolezza, di coraggio o di interesse da parte dei rappresentanti istituzionali.
Per quanto riguarda la lettera della signora Arcangela Petrucci, è comprensibile la sua frustrazione. La commemorazione delle vittime è importante, ma ancora più urgente è la necessità di agire concretamente per debellare la mafia. Questo significa affrontare il problema alla radice, attraverso un impegno serio e coordinato da parte delle istituzioni, dalla giustizia alla politica, passando per l’istruzione e la società civile.
La lotta alla mafia non può essere lasciata solo alle forze dell’ordine o ai magistrati: deve essere un impegno collettivo, che coinvolga ogni cittadino, ogni settore della società e, soprattutto, ogni livello della politica. Solo così si potrà veramente contrastare questo fenomeno e costruire una società più giusta e libera dal giogo mafioso.