Un socialismo al Femminile. A San Severo la storia di donne che sfidarono i regimi totalitari.
Si è concluso venerdì scorso a San Severo l’ incontro promosso dal CRD -Centro di Ricerca e Documentazione sulla Storia della Capitanata, sulle “ Portabandiera” ,donne sanseveresi che attraverso la loro resilienza si sono apertamente adoperate per la conquista della libertà contro ogni regime totalitario .La sala di Casa Eirene” in via Daunia, 41 a San Severo ha visto la viva partecipazione di un nutrito numero di gente, in particolar modo , di un gran numero di giovani ,sentitamente interessati al recupero della memoria di personaggi storici che hanno segnato la storia della capitanata e non solo. Al tavolo di “ Casa Eirene” la presidente del CRD Dina Contò Orsi, Michele Presutto, dell’Istituto di Storia del Risorgimento, comitato di Foggia, Felice Michele Presutto, collaboratore del CRD e i ragazzi della IVA SIA ITES di San Severo che hanno svolto la ricerca. L’ evento che ha portato il nome di “Le portabandiera”( ad indicare il plurale delle donne e il singolare di un’unica bandiera , quella della libertà) Storia dell’ antifascismo femminile a San Severo, in realtà ha visto anche un escursus storico su diversi altri personaggi influenti, da Giuseppe Di Vittorio , a Luigi Allegato a Leone Mucci , e Carmine Cannelonga, di cui in chiusura si è avuto anche la testimonianza di Severino Cannelonga , figlio di Carmine , in riferimento ai fatti del 23 Marzo del 1950 avvenuti a San Severo e al quale al solo grido di “pane e lavoro “numerose donne difendevano i propri diritti, che vedevano calpestati ogni giorno da un Governo più preoccupato di reprimere che di costruire. La ricerca compiuta dalla IV SIA ITES di San Severo, coadiuvati sia da Felice Michele Presutto che da Michele Presutto ha previsto la ricerca dai fascicoli del Casellario Politico Centrale, presso l’Archivio di Stato a Roma, sui profili giudiziari di ventuno donne di Capitanata, in particolare della provincia di Foggia, evidenziando tra queste, otto donne di San Severo, e su queste poi , si è sviluppata la loro ricerca. Si è sottolineato, infatti come per finire segnalati ed essere schedati dal CPC bastava poco: la denuncia privata di qualche delatore, un controllo, troppo accurato di polizia, qualche frase ostile alle “leggi fascistissime” detta in pubblico o persino un semplice sfogo causato dalle sofferenze economiche ed esistenziali dell’epoca, come l’ esempio riportato sulla socialista Baldasssarre Grazia, una donna che per la sua appassionata militanza contro la guerra entra nel mirino delle autorità militari, facendo scomodare persino il Comando Supremo del Regio Esercito. “prese a parlare della guerra dichiarandosi contraria. Disse che la patria è una parola vuota di senso e che per essa la Germania e l’Italia erano la stessa cosa e che quindi non doveva affatto importare se la vittoria fosse stata nostra o dei tedeschi. Aggiunse, usando un linguaggio abbastanza violento, che la guerra si faceva perché voluta dai signori e che questo macello non sarebbe più finito senza una rivoluzione che bisognava fare assolutamente, incitando specialmente le donne presenti alla rivolta.” Molte altre sono state le donne citate tra queste ricordiamo Mollica Soccorso Foschini , lavorava con la moglie di Allegato, Soccorsa Sementino e nella cellula si dedicava molto tempo a cantare le canzoni politiche, Elvira Suriani, moglie del segretario della Camera del Lavoro, Cannelonga, Arcangela Villani, segretaria dell’U.D.I. e molte altre.