Partita l’organizzazione di Borgo Divino 2023, che avrà luogo a Rignano Garganico il 17 agosto 2023 e a San Marco in Lamis il 20 agosto 2023. Ad organizzare l’evento il Circolo Culturale Giulio Ricci e il locale Circolo Auser, in collaborazione con vari Enti e sodalizi pubblici e privati.
Per l’occasione, come si legge sul portale www.borgodivino.org, sarà dedicata una intera serata (quella del 20 agosto 2023) all’artista e musicista Paolo Pinto, dipartito improvvisamente qualche anno fa, lasciando un vuoto incolmabile attorno a sé.
A lui saranno dedicati un Premio Musicale e un tributo pubblico, durante cui si esibiranno le principali band del territorio. L’evento godrà di tre direttori artistici: Alessandro Napolitano (musicista e cultore di musica rock), Luigi Ciavarella (esperto di musica e cronista) e Ciro Iannacone (musicista e artista poliedrico).
Per contribuire alla serata e omaggiare Pinto è possibile contattare la direzione artistica al numero WhatsApp / Cellulare 3336075243 o mail ausersml@gmail.com.
Ma chi era Paolo Pinto?
Come spiega Luigi Ciavarella nel suo SammarcoPop.it, Paolo Pinto è stato il chitarrista delle due anime: quella pop e l’altra rock, due diversi modi di concepire la musica. Quella pop, fatta di canzoni popolari adatte ad un pubblico eterogeneo, e quella rock invece, che lui sentiva come propria, che fu naturale imput alla sperimentazione e alla conoscenza. Non a caso subito dopo darà corso, attraverso la nascita de Il Mosaico, appena qualche anno dopo gli Atomium, alla sua personale epopea sperimentale con suoni anziché canzoni che lasceranno un segno indelebile nella storia della musica del nostro paese. Ci lascerà anche un CD, molti anni dopo quella esperienza, dal titolo “Nella terra degli dei”, un saggio impeccabile della sua geniale arte compositiva, diventato adesso un testamento spirituale affidato al tempo. Il ciclo si era concluso non prima di aver esaurito anche l’esperienza pop degli anni ottanta e novanta con i Fly (ecco la duplice anima che affiora di nuovo). Ma Paolo Pinto fu un musicista principalmente di indole rock.
Ho un ricordo bellissimo dei primi tempi che adesso mi emoziona tantissimo testimoniarlo, fu quando gli fornii l’occasione per uscire, seppure momentaneamente, dall’asfittico mondo della canzonetta. Fu quando gli consigliai di suonare musica rock sottoponendogli un paio di album. Lui prese tre brani di Alvin Lee, “Love Like A Man”, “As the Sun Still Burns Away” e “Circles” più uno dei Deep Purple tratto da un 45 giri, “When A Blind Man A Cries”, e li fece suoi in poco tempo facendoli diventare parte integrante del repertorio del suo gruppo. Nonostante la sua voce un po’ incerta, quasi singhiozzante, Paolo Pinto si era rivelato in questa occasione anche come cantante. Ne avremo ulteriore prova quando rifece ottimamente, molti anni più tardi, “Moretto da Brescia” tratta dall’album “Nuda” dei Garybaldi del suo chitarrista preferito Bambi Fossati, un hendrixiano. Una versione che io ho sempre preferito all’originale.
Ecco qui il suo inno alla gioia, chiaramente ispirato a Beethoven.
E’ assolutamente vietato mancare!
Vi aspettiamo su www.borgodivino.org