Con quella andatura melodica un po’ sorniona che sembra voglia cullarti ecco che Peppino Coco ci trasporta con la sua voce, come in un sogno, nel cuore pulsante dei favolosi anni sessanta quando per noi giovani ogni cosa ci appariva possibile, persino sognare, obbligandoci a guardarci indietro attraverso le note di una canzone-video dal titolo “Avevamo vent’anni e sognavamo” composto con Emilio Coco, arrangiato da Walter Bertolo e disegnata da Giorgio Finamore il cui video lo si può vedere qui sotto (YouTube).
Una canzone che ha il sapore vibrante della nostalgia, che, come in un sogno, ci conduce nel passato quando con la fantasia si vagheggiava di possedere ogni cosa, per esempio una decappottabile rossa fiammante con sedili i pelle di ermellino e maniglie d’oro con chiavi tempestati di diamanti lanciata a 230 all’ora sull’autostrada ascoltando canzoni di Modugno, in compagnia di una bella ragazza che profuma di Felce Azzurra. Noi che avevamo occhiali marca Persol e fumavamo sigarette Astor senza filtro con vero gusto, e cantavamo in 150 “Il cielo in una stanza”, siamo quelli che poi, diventati adulti, con i nostri acciacchi e la nostra consapevolezza, abbiamo scoperto soltanto adesso, guardandoci indietro, di aver vissuto una bella stagione di libertà, come Peppino vuole ricordarci, con gusto sadico.
Peppino Coco ha scritto una struggente canzone di ricordi, forse un pochino leggera ma vibrante come non mai, ma sopratutto ha compiuto quel viaggio a ritroso nella memoria viva dove ciascuno di noi, ascoltando la canzone, vi trova qualcosa di sé in rapporto al tempo che passa.