Ricordato ieri la figura di Gabriele Tardio a dieci anni della scomparsa. Sono intervenuti i familiari, il sindaco dr. Michele Merla, i proff. Raffaele Cera e Matteo Coco, Michele Augello nonché amici e sodali di Gabriele, sia del posto che provenienti da Teora (AV).
di Luigi Ciavarella
Possiamo dire di essere stati testimoni di una serata Indimenticabile sotto molti aspetti quella vissuta ieri sera nella affollatissima aula della fondazione “Pasquale Soccio” al pianterreno della biblioteca comunale del paese. Un momento di grande partecipazione collettiva, emotivamente forte per i tanti ricordi che ha evocato, a tratti persino toccante, raccolto intorno al ricordo di Gabriele Tardio.
Gabriele è deceduto dieci anni fa ma la sua memoria e l’eredità che ci ha lasciato vivono tra noi. Si tratta di una memoria pulsante, che non si esaurisce col tempo. Una memoria che resta viva non soltanto tra la sua gente, tra coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, ma anche tra quelli con cui ha stabilito un rapporto speciale, inaspettato, affettuoso, di stima, con i quali ha condiviso il dramma del post terremoto dell’Irpinia del 1980. Sono gli amici di Teora (Avellino) che ieri sera stavano in prima fila, venuti sin qui per ricordare Gabriele Tardio, per ringraziarlo ancora una volta con la loro presenza per quello che lui ha fatto per la loro comunità in uno dei momenti più brutti. Un gemellaggio affettivo e ridondante di riconoscenza che è stato un po’ il culmine della serata in fatto di emozioni.
Ma Gabriele lo hanno ricordato principalmente i suoi amici a lui più vicini in vita, Angelo Ciavarella, che ha condotto la serata magnificamente, e Raffaele Nardella che ha tracciato la sua biografia, così ricca non soltanto di solidarietà sparsa in ogni luogo, che ha caratterizzato la sua esistenza, ispirato sempre da quello spirito francescano; ma, con lo stesso impegno, anche attraverso il capitolo della ricerca storica sul campo che egli ha percorso per certi versi in gran parte ancora sconosciuto. Un paese che Gabriele ha amato tanto.
Un’altra persona, venuta da lontano, ha voluto essere presente ieri sera per ricordare Gabriele: Claudio Calzana venuto espressamente da Bergamo, dove vive e lavora. Anch’egli, come Gabriele, pur non conoscendolo allora, è stato tra i soccorritori di Teora negli stessi tragici giorni in cui infuriava il dopo terremoto, in veste di volontario del Servizio Civile. A distanza considerevole da quella data egli ha scritto e pubblicato un memoir dal titolo “Ritorno in Irpinia”, con il quale ha voluto rendere pubblica la sua esperienza personale vissuta in quella parte d’Italia a lui, prima d’allora, sconosciuta. Il volume è un viaggio a ritroso nell’intimità di una memoria ritrovata, fertile, riemersa dopo 42 anni. Un testo che parla di incontri, di fraternità, di solidarietà, di sofferenze condivise, di fatica. Un capitolo del libro è interamente rivolto a Gabriele Tardio, che non lo conosceva per nome ma che ne ammirò l’umanità e l’abnegazione con cui svolgeva il suo compito.
Lo storico locale Giuseppe Soccio ha invece intrattenuto il pubblico descrivendo la bibliografia di Gabriele Tardio che è ricca di numerosi opuscoli e volumi prodotti in proprio attraverso una Collana di sua proprietà (Le Edizioni SMIL). Una mole impressionante di testi che rappresentano il frutto delle sue ricerche rivolte in ogni direzione. Gabriele ha scritto di tutto, dai risultati delle sue indagini storiche-archeologiche ai temi riguardanti gli usi e i costumi del paese, dalle fracchie ai riti devozionali sino alle bande musicali e alla poesia, con una scrittura comprensibile a tutti alla quale ciascuno può attingere senza impedimenti.
L’auspicio, come dicevo in un’altra nota, – e come il prof. Raffaele Cera ha accennato pubblicamente ieri, – è che questi preziosi scritti vengano un giorno pubblicati attraverso una ristampa regolare come d’altra parte meritano.
Raffaele Nardella nel suo intervento ha letto la sua biografia con puntigliosa precisione. Emerge dalla lettura una esistenza percorsa sempre da quell’altruismo militante, concreto; quello stile francescano che ha sempre guidato le sue azioni, la fede e la spiritualità che lo hanno dominato e sorretto, e quella semplicità di fondo che a tutti noi ce lo rendeva unico, speciale. Senza mai dimenticare quel sorriso che si stemperava sul viso ad ogni suo pronunciamento e quel senso di vicinanza e di generosità che si avvertiva a pelle standogli vicino che difficilmente riusciremo a dimenticare.
Veramente, chiedevo, perchè non ho avuto il piacere di conoscere Gabriele Tardio perchè io partivo da San Marco nel settembre 1953 arruolato nell’Arma dei Carabinieri a Moncalieri (Torino), conoscevo comunque la famiglia Tardio che abitava di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Abate ed ero amico di uno che forse si chiamava Massimo, e poi avevo un caro amico che era Teodoro Tardio che abitava al primo portoncino della strada di Don Pasqualino Tricarico.- Sono curioso di come Gabriele Tardio si trovasse a Teora, perchè tanti non lo sanno ma io da Tenente del Carabinieri ho Comandato a Tenenza di Mirabella Eclano(Avellino) dall’indomani del primo terremoto dell’Irpinia 1962 fino al 1967 destinato poi a Palermo a comandare 78 Squadriglie dei Carabinieri della Sicilia Occidentale.- A Mirabella Eclano i primi tre anni li passai in una grande baracca di legno con 30 carabinieri del mio reparto con uffici, camerate e mensa, perchè la Caserma di Mirabella era stata distrutta dal terremoto.- Poi dopo tre anni ci trasferimmo in una caserma di nuova costruzione nel centro del paese.- Per tutti quegli anni io non so ricordare cosa ho fatto, ma ho fatto il Comandante per 12 Caserme che erano in quel versante dell’avellinese che va da Grottaminarda fino a Pratola Serra e Tufo, e nell’interno sin oltre Frigento verso Sant’Angelo dei Lombardi su complessivamente 27 Comuni sui quali l’azione dei miei dipendenti e quella mia personale era rivolta ai soccorsi e successivamente alla ricostruzione.- In quel periodo ogni anno mi recavo a sostituire i Capitani Comandanti delle Compagnie di Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi, da cui dipende Teora, in una complessa attività che variava giornalmente ed era di grande impegno operativo sotto tutti gli aspetti che sarebbe lungo e complesso specificare, basti pensare che la zona oltre ai problemi del terremoto e della ricostruzione, contava sette ergastolani latitanti che poi vennero tutti arrestati compreso il famigerato bandito Nardiello arrestato da miei carabinieri.- Gli uomini politici più importanti in quell’epoca erano l’On. Fiorentino Sullo che era Ministro dei Lavori Pubblici e ricordo che decise lo spostamento dell’autostrada da Benevento su Avellino con due ingressi, poi vi era l’On. Alfredo Covelli Segretario del Partito Monarchico e l’On Angrisani del Partito Socialista.-