Tra i produttori del Presidio Gargano Slow Food, vincitore dell’Oscar per il migliore caciocavallo podolico 2023, c’è anche il rignanese Pasquale Gaggiano . Ecco la sua breve e significativa storia di vita e professione legata strettamente all’allevamento della razza delle vacche podoliche.
Gaggiano, classe 1928, appartiene ad una famiglia di agricoltori e di allevatori di antica data, originariamente operante alla contrada di Pescorosso sulla pedemontana Ovest della collina su cui sorge il paese, successivamente allargatasi anche ad altre zone, per via dell’incremento dell’attività imprenditoriale e all’acquisto di nuove proprietà.
Diversamente dal padre, che si dedicò ad integrare la produzione agricola con quella della pastorizia, Pasquale, sin da giovanissimo preferì, invece, occuparsi dell’allevamento delle vacche podoliche, animali che solitamente non hanno bisogno di essere ‘guardate‘ (guardianìa) perché amano vivere per lo più allo stato brado, coniugate e bene affiatate come sono alla natura fatta di pascoli odorosi e di saliscendi. Mestiere, quest’ultimo, che in quei tempi gli permetteva di avere più tempo libero per dedicarsi ai problemi dell’adolescenza e ad altri mestieri della terra.
Ma non si tratta solo di hobby ma anche di necessità. E questo perché in famiglia era l’unico, come si dice scherzosamente in gergo, a ‘sgobbare’, ossia a lavorare a tempo pieno, avendo gli altri due fratelli già scelto altre strade. Uno sarà un valido impiegato presso il Monopolio di Stato di Bari (darà un aiuto solo saltuario), l’altro un avviato veterinario, prima sul Gargano e poi in quel di Napoli. Inoltre, ad influenzarlo con l’esempio ci mise la mano anche il nonno Michele, allevatore pure lui di vacche di questa specialità. Chissà da quante generazioni!
La scelta del lavoro per il giovane in questione fu fatta dopo il compimento delle Scuole Elementari, seguite con successo, nonostante i vari spostamenti nei primi anni della sede scolastica da un luogo all’altro e il cambio degli insegnanti. Problema, questo, superato negli anni successivi con l’arrivo da Sammarco di Tiani, un maestro preparato e severo, che lascerà in positivo e a ricordo il suo straordinario apporto didattico. La Scuola Elementare avrà una sede propria e idonea a partire dagli anni ’40, quando entrerà in funzione l’imponente Edificio Scolastico di stile impero messo su in Largo Portagrande, dove si trova tutt’ora, in attesa di nuova destinazione, essendone l’attività di ogni ordine e grado trasferita in uno stabile ex novo al quartiere di San Rocco.
Pur avendo dimostrato di essere all’altezza del compito e per intelligenza, Pasquale preferì alla continuazione degli studi l’impegno in masseria, già sperimentato positivamente durante le vacanze scolastiche e negli altri giorni festivi ‘comandati’. In masseria imparò tutte le altre incombenze attinenti, dalla mungitura alla cagliata e soprattutto alla lavorazione dei caciocavalli, che ancor’oggi si vendono con tanto di etichetta appena fatti vista la originalità e gustosità di questo tipico prodotto della tradizione e della natura.
Durante la sua permanenza a Pescorosso, il nostro protagonista frequentò anche altre famiglie paesane di allevatori. Tra le quali anche quella dei Fania, dove fu colpito dalla straordinaria bellezza al naturale della giovane Maria (classe 1930 (deceduta qualche anno addietro). Fu amore a prima vista. La porterà all’altare nel 1953 e la famiglia andò ad abitare al Palazzo Baronale.
Qui, tre anni dopo nascerà Pinuccio, un bambino e poi ragazzo che crescerà bello e vispo, ma soprattutto ben voluto da tutta le gente dell’antica struttura di stile barocco, la stessa che inglobò a fine Seicento l’antico maniero di origine e fattura medievale.
Il 26 novembre del 1964, il primo Pinuccio perirà assieme ad altri compagni a seguito dello scoppio di un residuo bellico, mentre giocavano spensierati all’aperto.
Intanto, nel 1962 era nata Santina, ora medico-pediatra in quel di Termoli; quindi , tre anni dopo Giuseppina, ora avvocato; infine, dieci anni dopo, Giuseppe, alias Pinuccio per gli amici, emulo in tutto e per tutto al fratello scomparso, attualmente avvocato e conduttore principale dell’azienda, produttrice tra l’altro, oltre che di caciocavallo podolico, anche di olio d’oliva bio, proveniente in gran parte dagli ulivi plurisecolari che sarebbero stati piantati dai baroni e poi marchesi Corigliano nelle loro tenute, oggi in parte di proprietà del nostro Pasquale.
Va chiarito, inoltre, che quest’ultimo, partito con una ventina di ettari e dagli anni sessanta in poi diventati sempre più estesi. Attualmente sono oltre 300 , mentre i capi della podolica sono un centinaio e pascolano a secondo i tempi e le esigenze nelle varie zone dei possedimenti che toccano le seguenti contrade: Pescorosso, dove c’è l’antica masseria, la Lama sotto Rignano, dove vive la maggior parte dell’anno l’interessato, e la contrada Villanova dove sorge la sede di un altra storica masseria di allevamento podolico, già dei Ricci. Precisamente di Don Pietro, amico e primo confessore – corrispondente ideale di San Pio (Vedi v. “Padre Pio e Rignano” di Antonio Del Vecchio, 2012. Questa importante masseria durante il periodo della transumanza della Dogana della mena delle pecore sarebbe stata adibita a luogo privilegiato per la tosatura.
Non a caso la stessa colpì particolarmente nel 1947 il fotoreporter tedesco naturalizzato americano, Alfred Eisenstaedt, immortalandocon due foto significative , una panoramica con il paese sul cocuzzolo e un toro in primo piano, senz’altro di razza nostrana, e l’altra, ritratta da Villanova con il misurato palazzo della masseria. Il tutto assieme ad altre foto di luoghi fu pubblicata sulla nota rivista Life di New York tuttora rintracciabili sui siti online. Altrettanto un ampio articolo sul tema, a firma di chi scrive, su questa ed altre testate giornalistiche. Ad Maiora! Buon Onomastico!
N.B Nella prima foto: il 95 enne Pasquale Gaggiano in primo piano allo stato attuale; nell’altra foto, metà anni’70, scattata dalla masseria Lama con il figlio Giuseppe, bambino, tra le ginocchia.