Da pochi giorni è disponibile in libreria un corposo studio di Romano Starace sulla storia del nostro paese: San Marco in Lamis. Il tempo lo spazio la storia degli uomini, Sao Ke Kellleterre Editrice, pp. 512.
Il nostro comune, per quanto concerne la conoscenza del suo passato, può contare su lavori di studiosi
come Tommaso Nardella, Pasquale Soccio, Pasquale Corsi, oltre che di tanti altri cultori della materia come, ad esempio, Matteo Ciavarella e Gabriele Tardio.
Ma, ad una produzione considerevole di studi e ricerche non corrisponde una altrettanto abbondante
disponibilità di fonti primarie per l’incuria che da sempre, ma anche oggi, ha riguardato gli archivi,
soprattutto pubblici.
La fatica di Romano Starace, oltre a tanti altri aspetti interessanti, preme dirlo subito, ha l’indubbio merito
di colmare questa carenza di documentazione storica. Egli infatti ha scandagliato tutti gli archivi e le
raccolte documentarie possibili, rinvenendo numerose testimonianze del passato su un territorio, quello
ricadente nei vasti possedimenti dell’insigne Abbazia di San Giovanni in Lamis (oggi Convento San Matteo), di primaria importanza nello scenario, ricostruito con puntiglio, del Gargano e della Capitanata intera.
Un’attenzione particolare, infatti, viene rivolta da Romano Starace al territorio inteso non solo fisicamente,
ma nelle sue componenti demografiche, ambientali, economiche e sociali, oltre che istituzionali.
Si tratta di uno studio ricco di stimoli e di ipotesi per ulteriori ricerche, che non manca, però, di offrire
anche al grande pubblico un vasto repertorio di fatti, notizie e avvenimenti, come, ad esempio, quelli sui
lavori pubblici che hanno riguardato la nostra cittadina nell’Ottocento: dal Palazzo Badiale, ai pozzi, al
torrente Iana, alle strade di collegamento con altri comuni, nonché la Collegiata e le altre chiese.
Inoltre, Romano offre anche utili sintesi come un minuzioso repertorio delle date medievali che va dal 1007 al 1497 e l’elenco di tutti gli abati commendatari: dal domenicano Matteo Orsini, nominato da Giovanni XXII nel 1327, a Nicola Colonna, ultimo abate della Badia che nel 1782 sarà dichiarata di regio patronato.
Infine, una felice coincidenza: il libro esce nel 2023, dopo cioè due secoli e tenta anni dal riconoscimento
del titolo di “Città” al nostro comune (1793).
Giuseppe Soccio