È appena trascorso qualche giorno dalla sua improvvisa ed inattesa scomparsa, ma il suo ricordo è rimasto ancora vivo e pregnante nella mente e nel cuore dei suoi concittadini. Il riferimento è a Michele Turco, classe 1936, Segretario di lungo corso alle Scuole Elementari “S. Giovanni Bosco” e poi dell’intero plesso. Anzi, col passare del tempo il suo ricordo si fa più intenso, come se fosse ancora vivo e vegeto con il suo eterno sorriso canzonatorio sul viso e la sua prorompente e contagiosa allegria che lo distingueva nettamente dai musoni, costretto a frequentare per ragioni di lavoro o impegno sociale.
Numerosissimi i suoi impegni nel sociale. Tra l’altro, quelli en passant in politica e nelle associazioni di grido; poi quelli nello sport cosiddetto a torto minore, che minore non lo è mai stato, come dama e scacchi, di cui è stato un ultra premiato “principe” di levatura nazionale. Ma di questo e di più ne ha parlato abbondantemente l’amico ed estimatore Mario Ciro Ciavarella sul suo profilo di facebook, che condivido pienamente.
Tuttavia, dove Michele trovò la massima soddisfazione e dimostrò tutto il suo valore fu la Chiesa, a parte come religione e credo, ma soprattutto negli incarichi più prestigiosi. Tra quelli, dove provò il massimo attaccamento e sapienza fu l’annoso incarico di Priore della storica e vegeta Arciconfraternita dell’Addolorata (vedi foto), quella che presiede il Fuoco Sacro, alias Fracchie, evento del Venerdì Santo, noto in Italia e nel mondo (vedi foto). A Michele sono legato da tantissimi ricordi.
Ecco, che cosa ho scritto a commento l’altro giorno all’amico Mario Ciro: “Sono notizie su personaggio da me coltivate, custodite e talvolta evidenziate su La Gazzetta alla pari di quanto fa Mario Ciro. E questo per via della sua straripante empatia. Era il tipo che sapeva di tutti e di tutto , per via anche della sua funzione di segretario della direzione didattica alle Elementari. Pensate che ci vedevamo e ci sentivamo tutti i giorni,coabitando la struttura (Crsec-Biblioteca) a fianco della San Giovanni Bosco. Tra la montagna dei ricordi che ci accomunano, di lui ricordo la prima volta che ci siamo conosciuti. Fu a casa mia un giorno di Carnevale. Lui si resentò ben acconciato, accompagnando due pimpanti ragazze ragazze vestite da ‘pacchiane’. Il riferimento è alla mia ex collega Anna Soccio e a Grazia Galante. Ci scambiammo una moltitudine di battute (la Galante aveva le treccine) e tante risate a crepapelle. Come già scritto, Michele era un tipo spiritoso e lo scherzare era un suo modo di essere. Oltre alla dama e ai cosiddetti sport minori e a quelli della Chiesa dell’Addolorata, sapeva tutto, in particolare dell’Arciconfraternita e della documentazione sulle fracchie”.
Ci sarebbe ancora tanto da dire e da scrivere su questo caratteristico e simpatico personaggio. Ci penserà forse qualche giovane biografo a riportare in luce tutta la sua ricca esperienza di vita e i suoi profondi e rispettosi sentimenti legati alla famiglia e alla tradizione Era rispettoso della parità dei sessi, in particolare della donna “moglie – madre” per antonomasia. Lo dimostrò fino in fondo anche in vita il suo concetto “cristiano”. Ha anteposto a se stesso sempre il bene e l’amore verso la sua donna, specie durante la sua lunga ed irrisolvibile malattia.
E’ stato anche un grande e serio educatore. Ne sa qualcosa il figlio Antonio, attualmente rinomato avvocato e principe del foro.
La direzione e redazione della presente testata esprime a lui e all’intera famiglia Turco la più stretta vicinanza.
Addio, Michele, non dimenticheremo mai le tue passioni di vita e soprattutto il tuo sorriso scherzoso e canzonatorio, che ti faceva riconoscere e contagiare a prima vista.