Patrocinata come l’anno scorso da Mo L’Estate, Arci/Freak/Artefacendo, “Pagine d’Autore” e il Comune di San Marco in Lamis, ritorna a vivere domani, nella giornata europea della Musica, la seconda edizione de “L’Adunata 2”, l’evento musicale che raccoglie un po’ tutti i musicisti del posto per una serata dedicata alla Musica. Il tema di quest’ anno è “La guerra” e non poteva essere altrimenti considerati i tempi nefasti che l’Ucraina e l’Europa stanno vivendo sulla propria pelle.
Il campo d’indagine in questo senso è molto vasto poiché, nonostante non esistano, che io sappia, album specifici contro la guerra, – ma ne esistono molto sulla pace e i suoi valori – vi sono molti artisti e molti gruppi che hanno scritto contro la guerra a favore della pace.
Noi cercheremo di evidenziarne alcuni a titolo dimostrativo sia come canzoni che come immagini di copertine adeguate al tema. Qualche album mi sarebbe piaciuto esporlo (tipo “The Freeweelin’ di Bob Dylan perché contiene “Masters of War”, un brano simbolo, oppure “War” dei U2 per esempio per via della copertina molto esplicita oppure il brano “War” di Bruce Springsteen) ma non possedendoli ho ripiegato su “The Times are A Changin’” e “Under a Blood Red Sky” che trattano argomenti simili. Però vi sono “Paranoid” dei Black Sabbath, che come si sa avrebbe dovuto intitolarsi “War Pigs” poi cambiato all’ultimo momento per l’improvviso successo del singolo “Paranoid”, la copertina di “Meat Is Murder” dei Smiths, che raffigura un soldato americano in Vietnam con la scritta sull’elmetto appunto “carne da macello”, e la splendida e allegorica copertina di “The Grand Wazoo” di Frank Zappa.
Altri reperti sono presi dalla ribollente California dei sessanta tipo “Crown Of The Creation” dei Jefferson Airplane che evidenzia un minaccioso fungo nucleare, e “Volunteers”, il duro attacco della stessa formazione contro l’amministrazione americana per gli orrori commessi in Vietnam sulla popolazione civile.
Niente di nuovo sotto il sole. Le guerre si somigliano tutte: ieri gli americani e oggi i russi domani forse i cinesi. Sono i poli del terrore attraverso i quali essi governano il mondo.
Di “The Wall” si è preferito la copertina del concerto voluto nel 1989 da Roger Waters, avvenuto a Berlino anziché l’omonimo album dei Pink Floyd, che peraltro nulla centra con la guerra, perché la performance, che coinvolse molti artisti, fu determinata dalla caduta del muro di Berlino.
Non poteva non mancare John Lennon con “Give Peace a Change” (“date una possibilità alla pace”), canzone pacifista per antonomasia mentre i due album sia dei Creedence C.R. che dei Doors vengono citati perché i brani “Fortunate Son” e “The End” sono stati utilizzati in film di guerra (“Apocalipse Now” mi pare) per rimarcarne la barbarie.
Di italiani troviamo soltanto “La guerra di Piero” di Fabrizio De Andrè, del 1966, che meglio racconta le bestialità della guerra. Di altri tipo “Generale” di Francesco De Gregori o “Guerra” dei Litfiba, etc. pur possedendoli, ho rinunciato per non confondere ulteriormente il visitatore.
Naturalmente per chiudere troveremo anche i Stiff Little Fingers, il gruppo punk nord irlandese paladino della libertà contro l’oppressione inglese, e addirittura i Clash di “London Calling” per una canzone dal titolo “Spanish Bombs” che evoca anche qui altrettanti scenari distruttivi.
Luigi Ciavarella